In tempi di crisi economica diffusa, il mercato occupazionale veneziano si deve confrontare con il boom del lavoro sommerso.
Una piaga che è ora letteralmente esplosa, come dimostrano i dati dell’Ispettorato del lavoro provinciale. Nel 2008, infatti, i controlli sul territorio hanno fatto emergere circa 850 lavoratori in nero, il doppio rispetto al 2007. Non solo. L’ispettorato ha anche sospeso 113 attività, contro le 76 dell’anno precedente. Alla fine, sono stati riscossi in termini di sanzioni amministrative un milione 767 mila euro, quasi il 45 per cento in più rispetto al periodo precedente.
Gli imprenditori in difficoltà risparmiano sulla sicurezza e sui contratti - avverte preoccupato Enrico Piron, segretario provinciale edili Cgil -. Una situazione che nel settore delle costruzioni è ancora più accentuata». Controlli. Nel 2008 l’Ispettorato del Lavoro di Venezia ha «visitato» 2021 aziende appartenenti a vari settori, da quello edile, ai servizi, al manifatturiero. Nel 2007 le imprese controllate furono 2.150, il 6 per cento in più. Alla fine, però, le sanzioni comminate lo scorso anno superano di gran lunga quelle dell’anno precedente. Infatti la leggera diminuzione delle azioni ispettive dipende proprio dall’alto numero di gravi irregolarità riscontrate nel 2008, soprattutto per quanto concerne i rapporti di lavoro. «Lo scorso anno abbiamo compiuto indagini altamente qualificate - spiega la dottoressa Ornella Agostini, responsabile Urp dell’Ispettorato -.
Viste le problematiche emerse, c’è voluto più tempo per definire tutte le diverse situazioni». Irregolarità. Alla fine, nel 2008 sono state individuate 999 aziende e 1.825 lavoratori irregolari. Rispetto al 2007, ci troviamo di fronte a una diminuzione rispettivamente del 12 e del 15 per cento. Le irregolarità «non c’entrano nulla con il lavoro nero - continua la responsabile Urp - ma di solito riguardano il mancato rispetto dell’orario o del riposo settimanale, ma anche cose più formali, tipo la mancata consegna del contratto di assunzione. Naturalmente, soprattutto in riferimento all’orario e al riposo, stiamo parlando di questioni che possono mettere in pericolo la sicurezza del lavoratore stesso. Il nostro compito - continua Ornella Agostini - è anche quello di individuare se le imprese rispettino o meno i contratti di collaborazione». Nero e sanzioni. Davvero preoccupanti i dati sul lavoro sommerso. Nel 2008 gli occupati senza contratto individuati dall’Ispettorato provinciale sono il doppio rispetto all’anno precedente. «Per capire da quanto tempo l’azienda sfrutta lavoratori senza contratto ci muoviamo su più fronti - continua Ornella Agostani -. In pratica avviamo una attività investigativa a 360 gradi, sentendo anche gli altri lavoratori». Questo tipo di indagine è fondamentale per comminare poi le sanzioni. Infatti, «sono previsti 3 mila euro di multa per ogni lavoratore senza contratto più altri 150 euro per ogni giorno effettivamente lavorato. Ecco dunque che per definire la sanzione dobbiamo ricostruire al meglio il rapporto instaurato fra azienda e lavoratori». Sospensioni. I controlli del 2008 hanno portato alla sospensione di 113 attività, il 50 per cento in più rispetto al 2007. «Procediamo con la sospensione quando riscontriamo gravi violazioni relative alle norme di sicurezza - ricorda la responsabile dell’Urp -. Ma anche quando individuiamo un numero di lavoratori in nero superiore al 20 per cento del totale». Per revocare la sospensione le aziende, oltre a presentare tutta la documentazione con la quale si dimostra di avere sanato le irregolarità, deve sborsare anche 2 mila e 500 euro. Cantieri.
Per quanto concerne i soli cantieri edili, nel 2008 il totale delle sanzioni comminate ammonta a 432 mila 508 euro. Durante i controlli il 56 per cento delle imprese è risultato essere fra «buono e discreto» a livello di sicurezza, il 18 per cento è apparsoa rischio. Mentre il 27 per cento è stato definito insufficiente e quindi non rispondente ai requisiti in tema di sicurezza sul lavoro. «Purtroppo le aziende in crisi tagliano i costi proprio là dove non dovrebbero - sottolinea Enrico Piron -. Sulla sicurezza e sui rapporti di lavoro non bisogna risparmiare»
la Nuova di Venezia — 09 marzo 2009 pagina 11 sezione: CRONACA
Una piaga che è ora letteralmente esplosa, come dimostrano i dati dell’Ispettorato del lavoro provinciale. Nel 2008, infatti, i controlli sul territorio hanno fatto emergere circa 850 lavoratori in nero, il doppio rispetto al 2007. Non solo. L’ispettorato ha anche sospeso 113 attività, contro le 76 dell’anno precedente. Alla fine, sono stati riscossi in termini di sanzioni amministrative un milione 767 mila euro, quasi il 45 per cento in più rispetto al periodo precedente.
Gli imprenditori in difficoltà risparmiano sulla sicurezza e sui contratti - avverte preoccupato Enrico Piron, segretario provinciale edili Cgil -. Una situazione che nel settore delle costruzioni è ancora più accentuata». Controlli. Nel 2008 l’Ispettorato del Lavoro di Venezia ha «visitato» 2021 aziende appartenenti a vari settori, da quello edile, ai servizi, al manifatturiero. Nel 2007 le imprese controllate furono 2.150, il 6 per cento in più. Alla fine, però, le sanzioni comminate lo scorso anno superano di gran lunga quelle dell’anno precedente. Infatti la leggera diminuzione delle azioni ispettive dipende proprio dall’alto numero di gravi irregolarità riscontrate nel 2008, soprattutto per quanto concerne i rapporti di lavoro. «Lo scorso anno abbiamo compiuto indagini altamente qualificate - spiega la dottoressa Ornella Agostini, responsabile Urp dell’Ispettorato -.
Viste le problematiche emerse, c’è voluto più tempo per definire tutte le diverse situazioni». Irregolarità. Alla fine, nel 2008 sono state individuate 999 aziende e 1.825 lavoratori irregolari. Rispetto al 2007, ci troviamo di fronte a una diminuzione rispettivamente del 12 e del 15 per cento. Le irregolarità «non c’entrano nulla con il lavoro nero - continua la responsabile Urp - ma di solito riguardano il mancato rispetto dell’orario o del riposo settimanale, ma anche cose più formali, tipo la mancata consegna del contratto di assunzione. Naturalmente, soprattutto in riferimento all’orario e al riposo, stiamo parlando di questioni che possono mettere in pericolo la sicurezza del lavoratore stesso. Il nostro compito - continua Ornella Agostini - è anche quello di individuare se le imprese rispettino o meno i contratti di collaborazione». Nero e sanzioni. Davvero preoccupanti i dati sul lavoro sommerso. Nel 2008 gli occupati senza contratto individuati dall’Ispettorato provinciale sono il doppio rispetto all’anno precedente. «Per capire da quanto tempo l’azienda sfrutta lavoratori senza contratto ci muoviamo su più fronti - continua Ornella Agostani -. In pratica avviamo una attività investigativa a 360 gradi, sentendo anche gli altri lavoratori». Questo tipo di indagine è fondamentale per comminare poi le sanzioni. Infatti, «sono previsti 3 mila euro di multa per ogni lavoratore senza contratto più altri 150 euro per ogni giorno effettivamente lavorato. Ecco dunque che per definire la sanzione dobbiamo ricostruire al meglio il rapporto instaurato fra azienda e lavoratori». Sospensioni. I controlli del 2008 hanno portato alla sospensione di 113 attività, il 50 per cento in più rispetto al 2007. «Procediamo con la sospensione quando riscontriamo gravi violazioni relative alle norme di sicurezza - ricorda la responsabile dell’Urp -. Ma anche quando individuiamo un numero di lavoratori in nero superiore al 20 per cento del totale». Per revocare la sospensione le aziende, oltre a presentare tutta la documentazione con la quale si dimostra di avere sanato le irregolarità, deve sborsare anche 2 mila e 500 euro. Cantieri.
Per quanto concerne i soli cantieri edili, nel 2008 il totale delle sanzioni comminate ammonta a 432 mila 508 euro. Durante i controlli il 56 per cento delle imprese è risultato essere fra «buono e discreto» a livello di sicurezza, il 18 per cento è apparsoa rischio. Mentre il 27 per cento è stato definito insufficiente e quindi non rispondente ai requisiti in tema di sicurezza sul lavoro. «Purtroppo le aziende in crisi tagliano i costi proprio là dove non dovrebbero - sottolinea Enrico Piron -. Sulla sicurezza e sui rapporti di lavoro non bisogna risparmiare»
la Nuova di Venezia — 09 marzo 2009 pagina 11 sezione: CRONACA
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